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Tuareg |
26 novembre 2010 Oggi è stata una giornata davvero speciale perché, mentre fuori nevicava, nei nostri cuori è entrato il calore asciutto del deserto... Il sole è arrivato a dorso di cammello, accompagnato dai Tuareg, che di strada ne fanno molta: durante le loro attraversate del deserto con le carovane, per barattare il sale con stoffe, cibo, zucchero... per arrivare fino a Pordenone, dove si è fermata l'unica comunità Tuareg italiana. ...e poi ancora fino a Moimacco dove sono arrivati (prendendo ferie, come fanno mamma e papà) per raccontarci la libertà del deserto, dove non ci sono televisioni, videogichi e nemmeno gli orologi. A volte manca anche l'acqua, ma se si scava fino a 60 metri e si ha la fortuna di non trovare la roccia, si trova l'acqua: due uomini si calano nel pozzo e scavano, due rimangono sopra e si occupano di togliere la terra. Loro conoscono due lingue: quella Tuareg, molto antica, con un proprio alfabeto e il francese, che imparano a scuola. I Tuareg che vivono qui conoscono anche l'italiano, e chissà, magari fra un po' anche il friulano... Le donne Tuareg hanno un ruolo molto importante nella comunità e dopo il matrimonio è l'uomo cha va ad abitare nella 'casa' della donna, e non viceversa. Siamo stati noi ad ospitare Hodda e i suoi amici, ma loro sono stati così cortesi da portarci il loro tè. Abbiamo scoperto che per i Tuareg il tè è importante, tanto che hanno proprio una cerimonia... Allora vogliamo farvi conoscere questi momenti. Certo, voi potete solo immaginare il sapore, il profumo e i colori di tutto questo... ma è pur sempre un inizio...
Tratto dal libro "La donna blu" |